
Esperienze e ricette per godere a pieno di questo straordinario frutto, dalla A alla S…
Questo sarà un lungo post adatto quindi agli affezionati, ai pazienti ed ai più curiosi perchè, come sempre, il meglio viene alla fine…
Ho pensato infatti di mettere insieme sapori e suggestioni vissute durante tutto il mese di settembre ed oltre, che ha visto protagonista indiscusso uno dei nostri frutti preferiti: l’uva, in tutte le sue sfumature, forme e consistenze, soprattutto in questo periodo, ci sa regalare vere emozioni gustative.
Vi porto per prima cosa con noi (solo con me e Linda questa volta perchè nei giorni che vi racconto, il babbo si era di nuovo cinesizzato e, per la prima volta, senza il resto della famiglia 🙁 ), a visitare un interessantissimo appuntamento sulle Biodiversità presso L’Oasi Ripa Bianca di Jesi: se volete saperne di più fatevi un giro quì.
Il mattino siamo state impegnatissime nell’aiutare la riserva nella loro prima vendemmia nella loro piccola vigna!!

“Vendemmia” forse è un parolone visto che si trattava al massimo di 8-10 filari di vite piuttosto giovani e particolarmente godute dalle tante specie di uccelli della riserva! Si solo salvati un paio di filari perchè li avevano preventivamente coperti!!
Con l’aiuto dei nonni degli orti di Ripa Bianca, che dedicano tempo ed energia alla coltivazione di verdure, ortaggi ed alla valorizzazione di frutti antichi, e grazie alla loro esperienza messa a disposizione, abbiamo anche imparato tanto dell’arte della raccolta e dei suoi segreti…

Tanta gente intenta ad ascoltare, ha preso parte a questo evento in una giornata di settembre in cui era ancora piena estate…

Poi uno, due, tre e viaaaaaaa!! Guanti e forbici in mano per raccogliere tutti insieme questo frutto prelibato. I grappoli non erano molti e così li abbiamo lasciati ai bambini che, divertendosi, si contendevano gli ultimi acini!


In un batter d’occhio abbiamo fatto un bel bottino 😉


Ora pronti per la pigiatura, ma come una volta: pressandola a piedi nudi a ritmo di musica!
I bimbi si sono divertiti molto anche se non è mancato chi dicesse “che schifo!” o non muovesse passo per la sensazione insolita che avvertiva li sotto…Non Linda, come immaginavate…


Alla fine della simbolica pigiatura, l’uva è passata al torchio, energicamente riempito e girato dalle nostre piccole canaglie!




Ecco il succo d’uva appena spremuto che esce dal torchio, pronto per essere imbottigliato:


La proposta dell’assaggio viene presa dai più con sospetto: vuoi mettere un succo di frutta appena spremuto dai santi piedini dei nostri bambini con quello in brick industriale, con conservanti e zuccheri aggiunti e basta se ti va bene?!
Approfittando dell’incertezza generalizzata io e Linda ne abbiamo bevuti diversi bicchieri! 😉 E ci chiedevano: “ma è buono?!”….senza parole…

Il pomeriggio invece lo abbiamo dedicato alle attività di laboratorio: pane per i bimbi e conserve per i grandi!
Mi ero pure iscritta al mio laboratorietto per imparare finalmente a fare sott’oli e composte, ma Linda era troppo eccitata dal suo che ogni secondo mi chiamava per mostrarmi il suo lavoro che progrediva!
La tavolata era densissima ed è stato un piacere vedere tutti quei bimbi armeggiare con acqua e farina alla ricerca dell’impasto perfetto…


Aggiunte le erbe aromatiche raccolte, ogni paninetto prende posto nello stampo con accanto il nome del bimbo che lo ha preparato…

Sul più bello, quando nella sala si iniziava a parlare di come evitare il botulino nelle conserve, Linda spalanca la porta e con un sorrisone dei suoi mi mostra il suo sacchettino caldo e fragrante: il suo paninetto è pronto per essere addentato; chè vuoi mancare?!

L’evento però comprendeva anche una mini mostra e vendita di prodotti tipici e gastronomia: verdura bio del luogo, olio, legumi, conserve e prodotti equo solidali erano ben rappresentati, ma la mia attenzione è stata catturata dalla bancarella di questa biondissima bambina (regalatagli da Babbo Natale, ha precisato!) che ci offriva giochini per riuso, dolcetti ed i fichi rossi della sua pianta! Meravigliosa!!

Ad un evento che richiama persone da ogni dove non poteva mancare un punto di ristoro e di cibarie …
Memore delle ultime sagre dell’estate dove nemmeno la crescia di polenta con le erbe di campo è più veg, mi avvicino allo stand gastronomico con poche aspettative, certa di ritrovare il solito crudele menù, ma invece resto di stucco una volta realizzato che tutte le proposte erano completamente vegane!!! Non ci posso credere, pensavo tra me e me con un’espressione sorpresa e soddisfatta!
Semplici ma succulente bruschette erano il piatto forte. Le farciture andavano dai pomodorini crudi, aglio, olio e origano, melanzane e zucchine saltate, salsa di peperoni verdi, fagiolini e pastinaca cruda (carota bianca), tutto bio ed a km meno di zero!

Il piatto completo prevedeva anche una ciotolina con una zuppetta di cicerchia.

…e vedere tutta quella quantità di persone che si sgorfanava l’impossibile (contro ogni previsione alle 20.30 era tutto finito!) senza protestare per l’assenza del solito panino con la salsiccia, mi ha aperto il cuore!!
Allora l’impossibile è possibile!!
Quanto mi dispiaceva che non ci fosse anche mio marito: per la prima volta avevamo trovato un evento ricco, interessante, divertente e pure più che commestibile per noi!! Uff!!!
A te amore dedico questo post ed il bel piatto quì sotto che ti saresti goduto di certo: in questi giorni tesoro sei di nuovo nel Celeste Impero, la nostra famiglia è di nuovo divisa: la casa è finalmente in ordine, le luci accese solo dove servono, il frigo meno intasato di frutta, ma la sera apparecchiare per due mi fa sempre un certo effetto…io vorrei essere lì con te e con quanti ho lasciato, tu probabilmente quì con me con la Cina alle spalle e Linda come sempre, con entrambi, purchè felici! Passerà presto… 😀

Ma adesso, prima che inizi a commuovermi vado aventi eh!!
Elettrizzata da questa giornata, a casa nostra poi è partito il “the Grape Party”!!!
Oltre che a consumarne abbondantemente in purezza, sgranocchiata per merenda sia a casa che in ufficio (e qualcuno l’ho pure contagiato 😉 ), di un generoso dono di quella rossa e piccolina da vino, ne abbiamo abusato infilandola dentro la centrifuga. Così colgo l’occasione anche per mostrarvi il nostro ultimo acquisto all’opera…
Vaccaro poi ne ha parlato in continuazione in questo ultimo periodo, consigliando qualche giorno a sola uva, seguita poi da sole mele e soli fichi, per ottenere una forte depurazione e rivitalizzazione dell’organismo. Io l’ho fatta ed i risultati me li sento dentro e fuori!!

Centrifuga d’uva
Ingredienti
500g di uva rossa piccola da vino
mezza mela rossa
1 cm di zenzero fresco
Procedimento:
C’è poco da dire e pure da fare. Ci vuole più a sciacquarla, privarla degli acini guasti o secchi e delle impurità, che si trova solo sulla frutta non trattata, che a farla.
Recuperate tutti gli acinelli, staccandoli delicatamente dal raspo, in un piatto fondo, passateli alla centrifuga, aggiungete lo zenzero e versate il succo ottenuto in un alto bicchiere. Centrifugate ora anche la mela lavata e ridotta a spicchi ed aggiungetela al succo d’uva. Potete anche ometterla, ma io la consiglio, perchè attenua il gusto dolcissimo dell’uva e rimarrà in superficie anche una gustosa schiumetta! 😉
Bevete e godetene del colore e del sapore fino all’ultimo sorso…
Altro che latte e caffè! Presa di mattina per colazione avrete energia da vendere ed un sorriso di soddisfazione per moooolte ore.

Dopo tanta, taaaaaaaaaantissima uva in purezza una versione cotta, con gli ultimi grappoli racimolati per le vigne, ce la possiamo concedere no?! 😀
Schiacciata all’uva
Questo dolce della tradizione toscana l’ho visto per blog in questo periodo nella sua versione tradizionale e contadina, a base cioè di uva da mosto, pasta di pane e zucchero a piacere.
Mi tentava e non poco, poi però mi sono imbattuta nella versione di Pasquale Boscarello, contenuta nel suo libro “Pasticceria Naturale”; me ne proponeva una versione sempre buona e leggera, ma un po’ più ricca, con ingredienti tutti bio ed un pizzico di golosità in più. Non ho resistito e sottratto l’ultimo chilo di uva nera da vino alle nostre amate centrifughe mattutine, ecco qua la mia ispirazione!
Ingredienti:
300g di farina 0
50g di malto di mais
70g di olio di girasole
70-80g circa di acqua tiepida
½ cucchiaino di cannella
la buccia grattugiata di un limone
½ bustina di lievito cremor tartaro
800g di uva nera a chicco piccolo (ne andava un chilo ma già la mia scorta si era ridotta…)
Procedimento:
Lavate e scolate bene l’uva separando gli acini dai raspi e tenete da parte.
In una terrina versate tutti gli ingredienti asciutti e mescolateli tra loro; a parte miscelate l’olio, il malto, l’acqua tiepida ed uniteli alle polveri.
Lavorate il composto per bene fino a formare una palla omogenea, morbida ed elastica.
Dividete ora la pasta in due parti, una da 300, e l’altra da 200g circa. Copritele e lasciatele riposare per una mezz’ora.
Recuperate la porzione più grande, stendetela e ricopriteci il fondo di una tortiera da 28cm, già foderata da carta da forno, cercando di ottenere un centimetro di bordo modellandolo tutt’intorno.
Versateci sopra 2/3 dell’uva (la ricetta originale ne prevedeva 700g dentro e 300g fuori, io mi sono dovuta ridimensionare…).
Lavorate come sopra la pasta rimasta, appoggiate il disco ottenuto sopra l’uva e, aiutandovi con la punta del manico di una posata, rincalzate il bordo inferiore facendolo aderire per bene a quello superiore.
Punzecchiate qua e là la superficie con i rebbi di una forchetta e cospargete con la restante uva cercando di farla aderire per bene alla pasta.

Infornate a 180° per 30-35 minuti. Già dopo un quarto d’ora la vostra casa sarà inondata da un profumo favoloso!!

Resistete e fatela raffreddare prima di tagliarla ed addentarla! Io non ce l’ho fatta! 😉
Lo si vede dalla succosità del ripieno che poi, raffreddandosi, tende ad addensarsi in una deliziosa cremina d’uva…

Tutta per voi l’ultima fetta della stagione:

Poteva mancare al Grape Party il succo d’uva che si mantiene per mesi aiutandoci a dolcificare con naturalezza, torte e muffin o arricchire farciture di frutta, o impreziosire con gusto strudel o gelati?
Noooo!! E allora ecco a voi la Sapa! Anzi, l’avete già vista, nella foto che apre il post!
Sapa
Cos’è la Sapa? E’ un prodotto che si ottiene dal mosto fresco d’uva, che viene cotto a fuoco basso e lento senza coperchio. E’ un antico dolcificante naturale e la sua produzione risale a tanto tempo fà, così come il suo impiego.
Già Virgilio la menzionava nella sua opera “le Georgiche”, opera scritta circa quaranta anni prima della nascita di Cristo.
E’ un prodotto dalla consistenza densa, sapore fruttato acidulo, che mantiene i sentori della cottura, con note di frutta cotta, fichi, caramello,albicocche etc.
La mia è una versione non ortodossa che non parte dal mosto (uva pestata, lasciata fermentare tre giorni e passata) ma dal succo d’uva centrifugato.
Ingredienti
Succo d’uva
3-4 ore di pazienza
Procedimento:
Estraete il succo dall’uva con la centrifuga (o, in mancanza di questa, potreste usate un passaverdure), versatelo in un tegame dal fondo pesante ed accendete la fiamma. Il fuoco deve essere basso ed il succo non deve mai bollire, ma solo consumarsi lentamente. Misurate il livello del liquido con il manico di un cucchiaio di legno; quando si sarà ridotto di un terzo sarà pronto.
Se volete ottenere 250-300ml di sapa, dovreste quindi partire da 1 litro circa di succo.
Versatelo in un’ampollina di vetro e conservatelo al fresco ed al buio. Utilizzatelo per dolcificare, aromatizzare ed arricchire tutto il buono che durante il lungo inverno vi verrà in mente 😉

Se poi, di tanto in tanto, vi vorrete spingere fino alla lettera “V” per declinare fine in fondo l’ode a questo straordinario frutto, e lo dico soprattutto mio marito che a ridimensionare la declinazione alcolica dell’uva ci ha messo un pò ;), quando il piatto merita e la compagnia pure, mezzo bicchere di buon rosso, concedetevelo pure!!