Gen 13, 2011

Posted by in Blog, Living in Cina | 5 Comments

Partenza per la Cina! Anzi no!!

Racconto semiserio di un mancato arrivo!

A chi ancora pensa che il giorno più sfortunato sia il venerdì 17, stò per raccontare una storia che credo, gli farà cambiare idea…
Oggi, giovedì 13 gennaio, è il giorno della tanto attesa partenza per la Cina. Dopo giorni di accurati preparativi con valige intasate, dispense svuotate, frigoriferi scongelati, baci ed abbracci ad amici e parenti, stamattina scendo dal letto ancor prima del solito per sistemare, come è mia consuetudine, gli ultimi dettagli, eccitata e preoccupata per il cambiamento  che si stava per realizzare. Ora del decollo: 18.30. Partenza da casa ore 16.30.
Inizio a prepararmi la colazione lasciando riposare il resto della truppa quando, appena seduta di fronte alla mia tazza fumante, sento svegliarsi Linda con un pianto.
Piange? E perché? Lei che si sveglia chiamandoci con un “hoiii!” tranquilla e serena? Vado da lei, lacrimoni agli occhi e la abbraccio; accostandomi alla sua fronte sento che è bollente! Ok, calma e sangue freddo! Prima cosa il termometro. Già, il termometro, e dov’è? Ovviamente in valigia! Sì, ma quale? Aiuto! Inizio ad aprirle una ad una, rovisto, scombinando tutto l’ordine della roba ammassata, pensando che mai più tutto sarebbe rientrato dentro, ma almeno lo trovo.
Linda nel frattempo continua a lamentarsi ed a chiamarmi mentre Gianluca continua a dormire (ma come farà con tutto il casino degli ultimi dieci minuti!?).
Misuro la febbre: 38,7°… “ca…!”, anzi, “accidentaccio!”, ci sono bimbi che leggono…
Perfetto direi! Cosa di meglio che la febbre alta prima di partire per un lungo viaggio?
Calma….controllo alla mia maniera se ci sono altri sintomi:
1° Gola: infiammazione e placche? Assenti.
2° Sudorazione: assente
3° Tosse: assente
4° Pancia: dolente
5° Stato generale: prostrato
Sembrerebbe un virus!
Prendo subito la belladonna omeopatica per la febbre e le dò subito 3 granuli, nel frattempo anche Luca si sveglia (allora ci senti!) e prima che riesca ad aprire del tutto gli occhi o a dire qualcosa gli domando di chiamare il Pediatra che ci fissa un appuntamento alle 12.45.
Nel frattempo arrivano alla spicciolata  i nonni per i programmati ultimi saluti. Vedendo Linda ammalata passano da uno stato di tristezza e disperazione per l’imminente distacco a quello di preoccupazione e angoscia per lo stato di salute compromesso. Ovviamente questo non aiutava affatto noi genitori già con le scatole ampiamente girate e con la medesima ansia da mascherare.
Poveri nonni però! Non hanno potuto versare neanche una sacrosanta lacrimuccia per la lunga e forzata separazione dalla nipote!
Dopo l’istintiva  incavolatura  subentra il senso di colpa: se non l’avessi mandata all’asilo dopo le vacanze natalizie per questi  pochi giorni, forse non sarebbe successo…Mia madre, gufo per definizione, mi aveva detto: “sei sicura che vòi mandà ‘stà monella all’asilo, non è che te se ‘mmala?”…certo, a forza di pensare sempre al peggio, prima o poi succede!
Ok, stiamo calmi, dopotutto è solo febbre ma la portiamo dal Pediatra per escludere complicazioni e partire quasi tranquilli.
Dopo quasi un ‘ora di attesa, durante la quale Linda non scende dalle mie ginocchia, cosa atipica per lei che anche con la febbre altra salta e corre ovunque, il dottore ci riceve e la visita.
Con mezzi certamente più ortodossi dei miei, controlla  polmoni, pancia, gola, orecchie  e fa la sua diagnosi: “sembrerebbe un virus” !Vabè, e lì c’ero arrivata pure io.
Ci rassicura dicendo di tenere la febbre sottocontrollo con tachipirina o belladonna come noi preferiamo e ci dice di stare tranquilli, di non farci colpe e di partire senza preoccupazione e che poteva andare peggio nel caso si fosse trattato di un virus intestinale diarroico! Quindi dobbiamo considerarci pure fortunati? Mi sembra eccessivo dottore…
Torniamo a casa e, appena scesi dalla macchina, Linda vomita le due dita di succo di arancia che era riuscita a bere per colazione, ovviamente imbrattando scarpe, maglie e giubboni che avremo dovuto indossare per la partenza.
Saliamo di corsa a casa, riempiamo la vasca degli indumenti irrecuperabili in poche ore (qualcuno se ne occuperà…) ed arraffo qualche cambio misero o antico in fondo agli armadi perché tutto  il portabile è ovviamente dentro ai bagagli pronto a seguirci!
Nonostante tutto questo scombussolamento, Linda se ne stà tranquilla e non smania, ma la febbre è già sopra a 39°. Sono oltre le 14.00. Lei si butta sul divano e si addormenta sfinita mentre noi due cerchiamo di mangiare qualcosa, ma lo stomaco è sottosopra tra il vomito, la preoccupazione per Linda e la tensione per una partenza che si preannuncia in salita.
Tiriamo un attimo il fiato osservando la piccola che riposa: guance paonazze e respiro pesante, pensiamo che i bimbi malati stanno accoccolati con mamma e babbo sul divano e sotto una coperta e non in coda ad un check – in…
Approfittando di una quiete surreale in casa nostra, risistemiamo le ultime cose in valigia aggiungendo nel bagaglio a mano un cambio completo per tutti, tenendo conto dei recenti “episodi espulsivi”.
Ore 16.45. A malincuore sveglio Linda, la cambio e la imbacucco per uscire. Almeno fuori, dopo una mattinata di sole tiepido, non è tanto freddo.
Stipiamo tutti i bagagli nel Touran di nonno Gigi e partiamo. Pensiamo che sarà un duro e lungo viaggio tra imbarchi, termometro e medicine, ma ormai ci siamo, incrociamo le dita!
Presto arriviamo all’aeroporto di Castelferretti. Scarico dei bagagli, saluti al nonno taxista ed in coda per il check – in.
Finalmente Linda preferisce alle mie braccia, il passeggino ormai troppo corto e troppo stretto ma comunque accogliente per il suo stato.
Si guarda attorno un po’, osserva le valigie sul rullo dell’imbarco e si riaddormenta nuovamente. Dopo il check – in io e Luca ci sediamo sperando di godere di un’attesa quantomeno di riposo.
Osservo gli altri in coda: italiani, famiglie cinesi, prossimi compagni dell’imminente volo.
Man mano che scorrono persone e bagagli, le due tipe addette al check – in si scambiano un’occhiata: una fa una cenno all’altra di guardare oltre la vetrata con vista all’esterno che si trova alle nostre spalle. La collega deglutisce e dice: “ecco, proprio quello che non doveva succedere…”. Mi volto anch’io verso la vetrata indicata e capisco al volo: sta  calando…la nebbia…nemica di piloti, compagnie aeree e viaggiatori in attesa.
Riferisco a Luca la pantomima delle due addette appena sentita in cerca di rassicurazioni, lui ci pensa, aggrotta la fronte, si volta anch’egli per verificare di persona l’entità della questione descritta, poi fa un sospiro e scuote la testa. Io, che ho ormai imparato ad interpretare queste sue primitive e non verbali modalità comunicative, inizio a preoccuparmi. Lui pure.
Ci avviciniamo alla zona per il controllo dei bagagli a mano, ma il tipo ci dice di “attendere”. Cerchiamo informazioni al box informazioni ma nessuno si sbilancia. “Sono ancora le 17.30”, dicono, “stiamo a vedere…”.
A vedere? Ho una bambina mezza svenuta su di un passeggino striminzito con il febbrone e questi pensano che possiamo stare a vedere? “Sì, non è colpa di nessuno”, stabiliscono, e tutti ricadiamo sulle sedie, faccia tra le mani.
Intanto fuori la nebbia si infittisce…
Ore 18.00. Ultima news: l’aereo per Monaco che dovevamo prendere noi, quale tappa intermedia per Shanghai, è arrivato ma sta girando sopra l’aeroporto  perché il pilota non riesce ad atterrare a causa della scarsa visibilità.
Dopo cinque minuti una voce annuncia che il volo per Madrid che, da tabelle di marcia doveva partire quindici minuti prima del nostro, è stato dirottato sull’aeroporto di Pescara e che i passeggeri erano pregati di recuperare i bagagli in sbarco e raggiungere  il Pullman organizzato dalla compagnia di volo, per il trasferimento.
Ecco, in quel momento panico.
Giusto il tempo di ipotizzare il nostro destino, tra ritardi, trasferimenti e certa perdita della coincidenza, che la stessa voce annuncia: “si informano i gentili viaggiatori che a causa delle avverse condizioni meteorologiche, il volo per Monaco è stato annullato”.
Linda ancora dorme ignara dell’accaduto, io e Luca ci guardiamo increduli. Pensavamo che la giornata era iniziata già maluccio, ma non credevamo che sarebbe finita peggio…
Richiamiamo nonno – tassista che, informato sui fatti, ci dice incredule che fuori Castelferretti non c’è traccia di nebbia! Insomma, la nebbia di Fantozzi!
Dopo poco Linda si sveglia, sbarra gli occhi, si scastra dal passeggino e, non ricordando dove si trovasse al momento di addormentarsi, si guarda intorno con fare interrogativo. Provo a spiegarle il tutto, mi guarda perplessa e poi ricade sul passeggino, muta.
Luca chiama l’agenzia nella speranza di riprogrammare la partenza al più presto. Domani, stessa ora e stesso luogo dicono, ma l’incertezza della situazione è l’unica cosa certa.
Arriva il nonno: Linda gli racconta, con tutta tranquillità, che il pilota non vedeva bene ed è andato da un’altra parte! Interpretazione accettabile per una bimbetta di quattro anni in pieno delirio febbrile.
Ore 19.30: Ci decidiamo ad abbandonare l’aeroporto scollando la testa ad ogni passo, basiti per quello che stava accadendo. Ricarichiamo tutto sull’auto e partiamo per la strada di casa, mentre la nebbia si dirada…
Avverto mamma – gufo che rimane senza parole e mai nulla prima è riuscito in questo intento! La avverto che sarei passata da lei a riprendere alcune cose che le avevo lasciato dal frigo e dalla dispensa.
Certo che se a pranzo la fame era poca, a cena è nulla!
Torniamo a casa. Apro il portone e trovo le luci accese. Per un istante mi allarmo  ma poi sento uno scalpiccio fitto familiare ed entro tranquilla. C’è mia suocera che aveva l’incarico, una volta che fossimo partiti, di portar via e sistemare, ovviamente in tutta calma, biancheria ed indumenti rimasti in giro.
Ma la realtà, come spesso accade, supera la fantasia! Quando ci è venuta a salutare prima della partenza, è rimasta lì, ha tolto tutto dai letti e messo tutto il lavatrice! Adesso, saputo del nostro rientro, era tornata a rifare i letti con lenzuola pulite! Pigiami e tovaglie non erano ancora finiti in ammollo e ce li siamo fatti riportare!
Scarichiamo, puntando sull’ottimismo, solo i bagagli più piccoli, lasciando caricate in macchina le megavaligie, con la vaga speranza di ripetere il tutto il giorno successivo.
Sono le 20.00:  Linda si ributta sul divano, Luca avverte a lavoro dell’accaduto ed io vado a recuperare qualcosa per cena.
Trovo prima mia sorella che, salutata cinque ore prima, le prende un colpo nel vedermi lì!
Tornata a casa inizio ad apparecchiare e Linda, prima che io le chiedessi qualcosa, mi anticipa dicendo che lei non vuole mangiare niente. In quel momento realizzo che lei era con due dita di arancia spremuta, tra l’altro vomitate, e nient’altro. Dopo poco mi chiede di portarla a letto. Bene, anche la cena si salta. E’ ancora prostrata e febbricitante: si preannuncia, da esperienze pregresse, anche una nottata movimentata…
Ceniamo quindi da soli, io e mio marito, provando a realizzare l’accaduto e cercando i lati positivi. Quali? Solo uno:che Linda dormirà nel suo letto e potremo osservare gli sviluppi del malanno.
Dopo aver sbocconcellato qualcosa, giro per casa incredula: osservo le valige di nuovo al loro posto in attesa di un nuovo decollo ed i frigoriferi bui, vuoti e perplessi sul loro prossimo futuro.
Ore 22.00. Ce ne andiamo esausti in camera: pigiami portati, lenzuola fresche di bucato ed ancora nel nostro letto. Pensiamo a dove saremo dovuti essere a quell’ora e rassegnati, ci addormentiamo rimandando al giorno dopo, ogni nuova ipotesi di avvicinamento alla Cina.
Se anche dopo questo racconto continuate a pensare che venerdì 17 sia il giorno più sfortunato, io vi rispetto, ma mi permetto di suggerirvi di stare accorti anche quando sul calendario appare giovedì 13!

Venerdì 14 gennaio 2011
“Domani è un altro giorno”

Come preventivato, anche la notte è stata pesante: quattro risvegli di Linda equamente divisi, in ordine sparso, tra me e Luca, per richieste di acqua, pipì e coccole. Più che legittime, per carità, ma anche il nostro sonno lo era!
Poi il suo definitivo risveglio, ovviamente all’alba visto che la sera prima si era addormentata alle 8.00. Quindi alle 6.30, figlia e poi mamma in piedi. Lei era vistosamente più pimpante del giorno prima.
Vestizione ed il via ai controlli di salute. La febbre è scesa ma resta così come il mal di pancia. Sono anche comparse le famigerate placche alle tonsille. Temo un nuovo attacco dello streptococco che tanto ci ha fatto penare a novembre scorso.
Visto che si ipotizza per oggi  la partenza, non abbiamo alternative e così, a malincuore, tiriamo fuori l’antibiotico messo in valigia per le prime emergenze extra – territoriali.
Linda lo riconosce e protesta subito per il sapore dello sciroppo che ricorda benissimo, però si rammenta anche che ad esso seguiva anche un pezzetto di caramella. Così la reclama senza mezzi termini, come condizione di assunzione, del medicinale proposto.
Ah! Quasi dimenticavo! Dobbiamo controllare com’è il tempo! Vista l’ora, tiro su lentamente la serranda e scorgo…una nebbia degna della Val Padana!! Tombola! Credo che anche per oggi, la partenza sarà incerta fino all’ultimo. Mio marito si attacca al telefono e scompare per minuti, ore ed io non oso nel mentre, chiedere aggiornamenti.
Per non farci mancare niente ed iniziare al meglio anche questa giornata, al primo tentativo di far fare colazione, la piccola ammalata, dopo lungo digiuno, vomita il tutto, senza salvare nulla del pur misero, ma sempre utile, in quanto ultimo, cambio a disposizione!
Una cartone della Disney ed un gioco in scatola, salva la mattinata da piagnistei e stranezze proprie della sua convalescenza.
Dopo tentativi di capire e prevedere le condizioni meteorologiche e soprattutto la visibilità pomeridiana, riflettiamo sul rischio di far rivivere a Linda, in queste precarie condizioni, un’altra giornata faticosa, stressante ed incerta.
Così alle 12.00 decidiamo di rinunciare alla prenotazione odierna, ripiegando sui giorni successivi e sperando in condizioni meteorologiche meno ostili.
Considerate le numerose cancellazioni di volo avvenute in giornata, tanti altri aspiranti viaggiatori sono in attesa di un imbarco certo e, vista la richiesta, il primo disponibile sembra esserci non prima di giovedì 20, stessa ora, stesso aeroporto, stessa compagnia. Insomma, uguale uguale, ma una settimana dopo!
Invece per martedì 18 siamo in lista di attesa, ma non ci crediamo molto.
Ricordiamo il lato positivo? Certo! Almeno Linda sarà guarita!!

  1. Monica_g says:

    Immagino che tragedia sia stata vivere questa avventura, e ti prego non capirmi male se ti dico che ho le lacrime agli occhi dalle risate che mi hai fatto fare con il tuo modo di raccontare.
    GRANDIOSA!

  2. gloria says:

    ciao…ho deciso, qua bisogna partire dall’inizio…averti “virtualmente consciuta” solo adesso mi ha fatto perdere un sacco di post stupendi, delle foto magnifiche e delle ricette molto appetitose…devo assolutamnte recuperare leggermi il tutto!!!
    🙂 Gloria

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